Aldilà dei conflitti interni alla compagine sociale (di interessi compagnia/aeroporto di Fiumicino e di concorrenza aereo/tav su molte tratte nazionali) i dubbi riguardano l'effettiva capacità dei soci nel saper gestire il Business del trasporto aereo passeggeri.
Gianfranco Battisti, Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane, ottimo manager di cui seguiamo la carriera da anni, probabilmente (lo scriviamo sperando di non fargli dispiacere) avrebbe preferito evitarla la patata bollente di capofila nella nuova compagine sociale di Alitalia.
Quella di Alitalia doveva essere una privatizzazione ma come si può chiamare tale se il 50% delle azioni è detenuto da Ferrovie dello Stato e Ministero dell’Economia e delle Finanze?
Quindi è facile ipotizzare che quando si tratterà di mettere mano al portafogli per rimpinguare le casse esangui della compagnia per buona parte il portafogli in questione sarà, per l'ennesima volta, quello di Pantalone, cioè dei contribuenti italiani.
Perchè si è giunti in extremis ad aggregare Atliantia per il 35% della nuova compagine sociale della nostra (ex?) compagnia di bandiera?
Come mai nei tanti mesi precedenti non si è concluso un accordo con uno o più dei tanti vettori che potrebbero e saprebbero gestire una compagnia aerea con i criteri attuali forieri di profitto?
Forse perchè nessuno se l'è sentita di andarsi ad incastrare in una situazione che al minimo accenno di ristrutturazione avrebbe dato l'avvio a conflittualità che già in passato hanno prodotto danni e disservizi che è inutile enumerare perchè sono a conoscenza di tutti?
Oggi sentiamo dire (hainoi !) che la partnership tra Alitalia e Ferrovie dello Stato andrà ad integrare le due forme di trasporto mentre invece è possibile che vada a scontrarsi sul muro della concorrenza.
Prendiamo ad esempio la tratta aerea Roma/Milano/Roma, che prima dell'avvento dei Treni ad alta velocità consentiva, da sola, di tenere in piedi Alitalia, compensando anche le tratte internazionali e intercontinentali in perdita.
Cosa succederà d'ora in poi?
Forse Trenitalia (anche se crediamo che Battisti non lo farebbe mai) modificherà orari e frequenze di alcuni TAV del mattino e della sera per ridare respiro ai voli Roma-Milano e viceversa di Alitalia?
Forse Trenitalia realizzerà un "pacchetto treno", una sorta di Visit-Italy (sulla scorta del visit USA aereo post dereggulation) che ad un prezzo forfettario possa consentire, ad esempio, di visitare 4 o più città italiane, ma disponibile solo per chi arriva in Italia con Alitalia?
Sarebbe così masochista Trenitalia, da realizzare un'idea/servizio così geniale per poi escluderne dalla fruibilità i milioni di passeggeri di tutte le altre compagnie aeree?
E tutto questo, perdipiù, regalando passeggeri al suo principale competitor, cioè Italo?
E se Alitalia per ragioni di economie di scala, nonchè per posizionarsi più centralmente rispetto all'Europa, avesse convenienza di spostare il 50% della sua operatività su Milano (anche se l'esperienza di questa scelta in passato si è rivelata un disastro) Atlantia, che pesa il 35% all'interno della nuova compagine sociale, accetterebbe, senza battere ciglio questa decisione che inciderebbe in maniera sostanziale sui bilanci della sua controllata ADR.
E detto tutto questo, senza aver neanche sfiorato le problematiche sindacali, chi c'è tra i soci, a parte Delta Airlines - detentrice di una quota minoritaria e anch'essa in "potenziale" conflitto - capace di gestire una compagnia aerea e metterla in gradi di operare su tre diverse tipologie di mercato: interno, internazionale e intercontinentale?
E passiamo a parlare della flotta.
Per rendere la compagnia profittevole, anche in termini di consumi ed emissioni, serviranno investimenti miliardari e tuttavia i nuovi aeromobili non arriveranno dalla sera alla mattina.
Chi sarà ad accollarsi questi oneri miliardari?
Sistemi di gestione e prenotazione.
Chi capisce qualcosa di trasporto aereo sa benissimo che oggi, così come è stato "ieri" per Ryanair e "l'altroieri" per American Airlines, tanto per citare due casi di scuola, sono i software di gestione a produrre la buona salute di ogni singolo volo, implementando, o scalando le tariffe, di minuto in minuto, in base alle percentuali dei posti via via occupati/venduti.
Stesso discorso vale per le differenti classi di volo, i pasti, le amenities e, più in particolare, i bagagli dei passeggeri e le merci-
Dispiace dirlo ma è facile prevedere che nei prossimi mesi ci sarà da divertirsi (amaramente sia chiaro, perchè tutti gli italiani vorrebbero-senza doverla foraggiare continuamente-poter contare su una compagnia efficiente) quando tutti coloro che oggi parlano di trasporto aereo senza capirne nulla (e come potrebbero capirne non avendo alle spalle un'esperienza specifica) si arrampicheranno sugli specchi per cercare di giustificare l'ennesimo flop.
Ah quanto vorremmo essere smentiti dai fatti.