La 55ª edizione, dedicata a Čajkovskij e Debussy, si prepara a regalare grandi emozioni.
Il festival, uno dei più prestigiosi in Europa si è imposto tra le manifestazioni più importanti, a livello mondiale, dedicate al pianoforte e non solo.
Il Festival, posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e del Presidente del Parlamento Europeo, è stato fondato nel 1964 dal M° Agostino Orizio; anche quest'anno nel Teatro Grande di Brescia e nel Teatro Sociale di Bergamo Alta, si alternerà l'élite della grande musica mondiale.
Una delle caratteristiche che distinguono il Festival Pianistico Internazionale, oltre l'eccezionale livello qualitativo mantenuto per l'intero lungo arco di tempo, è la sua fisionomia a tema, con un filo conduttore che, di volta in volta, ispira il programma e determina la scelta degli interpreti.
Dopo le monografie dedicate a Beethoven e Mozart, quest'anno è la Russia, e Čajkovskij in particolare, a dominare la scena a partire dalla sera dell'inaugurazione con Romeo e Giulietta, ouverture-fantasia considerata il primo capolavoro del compositore russo. "Quanto a Čajkovskij - spiega il Maestro Orizio - col ben noto Concerto n°1 sarà interessante riscoprire alcune pagine pianistiche di rara o rarissima esecuzione, oltre a Le Stagioni e alla Gran Sonata in sol maggiore."
E proprio un sottile e raffinato legame artistico, oltre che biografico, con Čajkovskij sta dietro la scelta di dedicare a Debussy, autore chiave per il pianoforte, nel centenario della morte, la Rassegna "cammeo" ospitata a Brescia nello splendido chiostro del Monastero di San Giuseppe, spazio dall'acustica perfetta in grado di offrire una cornice open air di rara suggestione
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La Rassegna collaterale, il cui titolo quest'anno èAu clair de la lune, Omaggio a Claude Debussy, tra il 1 e l’8 giugno, rappresenta una novità delle ultime edizioni del Festival che trova in questa sorta di "appendice", o "Festival nel Festival", il format per presentare giovani talenti che molto velocemente hanno conquistato la scena internazionale.
Difficile, nell'edizione di quest'anno con un programma di così alto profilo complessivo, individuare date più importanti di altre, considerando per esempio nomi come quello leggendario di Martha Argerich o quello di Grigory Sokolov vero oggetto di culto, o del prodigio sedicenne Alexander Malofeev. E ancora, Yuja Wang e molti altri tra cui Alexander Romanovsky o Daniil Trifonov, o l'unico italiano (escludendo la rassegna Debussy), Filippo Gorini, ex stelle emergenti e ormai entrati nel gotha del pianismo mondiale, nomi che compongono un cartellone di rara preziosità e che non conosce battute d'arresto.
Veri e propri miti del pianismo internazionale come Mikhail Pletnev, uno dei maggiori pianisti viventi ma anche poliedrico musicista, impostisi ormai all'attenzione anche di un pubblico più allargato. Un fuoco di fila di star che sembra impossibile vedere riunite in una sola manifestazione e che non si limitano esclusivamente al pianoforte.
Il Festival, con un doppio debutto, inaugura infatti il 18 aprile a Bergamo e il 19 a Brescia proprio con Viktoria Mullova, tra i violinisti più celebrati al mondo (medaglia d'oro giovanissima al Concorso Čajkovskij a Mosca) e prosegue con altri due tra i più talentuosi violinisti del nostro tempo, Sergej Krilov, anche Direttore della Lithuanian Chamber Orchestra, e Nicola Benedetti, la popolare e precocissima violinista italo scozzese.
Tra le orchestre spiccano le presenze della Royal Philarmonic Orchestra, della Royal Scottish National Orchestra o della Mariinsky Theatre Orchestra che chiude al Teatro degli Arcimboldi a Milano diretta da Valery Gergiev. Senza dimenticare la Filarmonica del Festival, la compagine resident formata da musicisti che, a dispetto della giovane età, hanno già maturato importanti esperienze internazionali sotto la guida di Pier Carlo Orizio.
Giovani anche al centro della sezione "Concerti con i Giovani talenti del Conservatorio di Brescia e Bergamo" durante il mese di maggio e infine dal 10 al 16 giugno che prevede il coinvolgimento dei Conservatori con nove concerti sul tema Čajkovskij Debussy.
Per il secondo anno, il Festival in collaborazione con Musicom.it, proporrà la proiezione di un film documentario della collana Vox Imago, un progetto realizzato da Intesa Sanpaolo. Nel 1893, anno della morte di Čajkovskij, debuttò il primo grande successo di Puccini, Manon Lescaut. “Ma l’amor mio non muore” è il racconto dei registi Elvio Annese e Roberto San Pietro, che prende spunto dalla messa in scena del Teatro Regio di Torino del 2017, ripresa da RAI per la regia di Ariella Beddini. Sempre grazie alla collaborazione con Musicom.it, sette concerti in calendario verranno trasmessi da Rai Radio 3 e uno sarà visibile in differita su Rai 5.
Insomma, due mesi e un cartellone che fanno di Brescia e Bergamo le capitali della grande musica internazionale e della bellezza.