Quantcast
Channel: Master Viaggi News RSS feed
Viewing all articles
Browse latest Browse all 1055

Corridoi verdi per gli Ungulati: documento firmato da 92 scienziati e dalle Nazioni Unite.

$
0
0

Sulla prestigiosa rivista ''Science'' pubblicato il documento sulle grandi vie di migrazione dei grandi erbivori terrestri.


Di molti ungulati quali, ad esempio, il Guanaco in Argentina o il Cervo Rosso del Parco dello Stelvio in Trentino, non si conoscono ancora le vie di migrazione che rischiano così di scomparire, ancor prima di essere tracciate.

 

Nel settembre 2019 un gruppo di esperti internazionali in ecologia del movimento animale si è riunito presso la Fondazione Edmund Mach per sviluppare un’idea ambiziosa: la realizzazione del primo atlante mondiale per documentare le vie di migrazione degli ungulad Machti.
Oggi quell’idea è diventata un’iniziativa supportata ufficialmente dalle Nazioni Unite che raccoglie quasi un centinaio di studiosi e biologi della conservazione da tutto il mondo.

L’Iniziativa Globale "GIUM" (Global Inititiave for Ungulate Migration) viene presentata in questi giorni sulla prestigiosa rivista Science.
La disponibilità di un atlante mondiale delle migrazioni permetterà di identificare le aree e i corridoi di passaggio permettendo a scienziati, biologi della conservazione e decisori, di avere uno strumento rapido e dinamico per sviluppare e adottare soluzioni di mitigazione che possano preservare il fondamentale comportamento migratorio degli ungulati.

 

Grazie all’Atlante, si potranno ad esempio localizzare i punti chiave dove costruire ‘ponti verdi’ sulle grandi vie di comunicazione, o aprire recinzioni durante il periodo migratorio ed ancora connettere aree di protezione con ‘corridoi verdi’.

 

Per questa ragione, l’iniziativa ha avuto l'avallo ufficiale della Convenzione per la Conservazione delle Specie Migratorie della Fauna (CMS) delle Nazioni Unite.
“Siamo all’inizio di uno sforzo epocale, ma il coordinamento tra gli esperti e il supporto delle Nazioni Unite lo rendono possibile e di grande impatto” commenta la dr. Francesca Cagnacci del Centro Ricerca e Innovazione FEM, secondo nome sull’articolo e organizzatrice dell’incontro a San Michele.

 

Nel Commentary di Science  si citano spostamenti strabilianti di centinaia di chilometri, come quelli della gazzella della Mongolia o della saiga in Asia, della gazzella di Thompson e degli gnù in Africa, o delle renne e caribou nell’Artico, che sono però interrotti e limitati da arterie stradali di nuova costruzione, da impianti estrattivi, o da recinzioni di confine.
Per molti altri però non si conoscono ancora le vie di migrazione (per esempio, il guanaco in Argentina), che rischiano così di scomparire ancor prima di essere tracciate.
Anche l’Europa continentale offre spunti importanti, essendo il primo continente ad aver trasformato profondamente il proprio territorio: “Il cervo rosso è capace di spostamenti di molte decine di chilometri in pochi giorni, come nel Parco dello Stelvio in Trentino, ma spesso diventa residente e localmente sovrapopolato negli ambienti frammentati europei”.


“Durante la riunione nel 2019 in FEM abbiamo formalizzato l’idea e pensato di organizzare una conferenza a cui invitare gli studiosi di tutto il mondo su questo tema. Anche se ovviamente la conferenza è stata rinviata, la pandemia non ci ha fermato: abbiamo contattato i colleghi e collaborato tra noi con decine di riunioni telematiche, individuando la realizzazione di un Atlante Mondiale delle Migrazioni di Ungulati come la nostra priorità” riporta la dr Cagnacci.

 

Si è partiti da una struttura digitale per ricevere, elaborare e pubblicare i dati di spostamento ottenuti da collari GPS e, quando questi ultimi non sono stati ancora utilizzati, dalle conoscenze di esperti locali,si è poi avviato un confronto sulla motivazione centrale dell'iniziativa: "il rischio è che le migrazioni degli ungulati scompaiano a causa dell’impatto umano” afferma il prof. Matt Kauffman, dell’Università del Wyoming, primo coordinatore dell’iniziativa.

 

Gli ungulati sono dei consumatori primari, ossia si nutrono delle risorse vegetali.
Al contempo, fertilizzano il suolo e trasportano nutrienti ed energia e rappresentano le prede principali dei grandi predatori, rivestendo così un ruolo ecosistemico fondamentale. Sono da millenni legati alla cultura e identità delle popolazioni umane, con la caccia e la pastorizia.

 

Policy forum in Science, https://science.sciencemag.org/cgi/doi/10.1126/science.abf0998


Viewing all articles
Browse latest Browse all 1055

Trending Articles