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IL DIROTTAMENTO RYANAIR E LA TERRITORIALITA’ DEGLI AEREI DI LINEA

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E arriva oggi il quarto pacchetto di sanzioni contro la repressione delle proteste e l’atterraggio forzato del volo Ryanair a Minsk. Si tratta di misure che “colpiranno 86 individui e quattro entità“, come dichiarato dall’alto rappresentante della Ue, Josep Borrell alla vigilia dell’incontro odierno tra i ministri degli esteri dell’Unione Europea e la leader dell’opposizione bielorussa, Svetlana Tsikhanouskaya.


Quanto avvenuto il 23 maggio scorso al Boeing 737 di Ryanair in servizio fra Atene e Vilnius altro non è che un caso di pirateria aerea, un vero e proprio caso di abbordaggio in cielo, come mai si era verificato nella storia della sicurezza del volo.

 

Tutti, i tanti casi di dirottamento che vi sono stati, avvenuti sotto tutte le latitudini, venivano sempre compiuti da individui che volevano compiere un eclatante gesto affinchè il mondo intero fosse sensibilizzato alla loro causa.
Si trattava cioè di terroristi che salivano a bordo per mettere in atto il loro piano di dirottamento.

 

Ma nel caso del volo 4978 ci si è inventati DA TERRA, DAL CENTRO DI CONTROLLO della nazione
che si stava attraversando una ipotetica EMERGENZA, per costringere l’aereo ad atterrare in QUEL paese e arrestare un determinato passeggero.

 

Nella fattispecie pertanto i dirottatori non ce l’avevano con la Grecia da dove il 737 era decollato, non ce l’avevano con la Lituania paese di destinazione, né con l’irlandese Ryanair, bensì il loro obiettivo era un passeggero che si trovava a bordo e hanno scelto quella soluzione perché sorvolando il Belarus (Bielorussia) sarebbe stato agevole dirottarlo su un aeroporto di questa nazione.
Di certo possiamo dire che non si è andati tanto per il sottile mettendo in atto un dirottamento con queste caratteristiche.
La caratterizzazione data dall'amministratore delegato di Ryanair, Michael O'Leary, circa l’accaduto definito come "pirateria sponsorizzata dallo stato" sembra accurata.
Ma sarà bene chiarire cosa dice il diritto internazionale in merito: chi governa lo spazio aereo di un paese?
Quali leggi proteggono il diritto di una compagnia aerea di sorvolare un paese straniero?
In una domanda, come si pone questo caso rispetto al principio della territorialità del velivolo?
La domanda non è peregrina dal momento che qualcuno dei 126 passeggeri a bordo potrebbe rivolgersi ad uno studio legale e, lamentandosi circa il dirottamento e il ritardo, potrebbe chiedere alla compagnia aerea, titolare del contratto di trasporto, se essa abbia fatto tutto ciò che era in suo potere per evitare gli inconventi e i disagi occorsi ai passeggeri.

 

Nell’esaminare il caso ricordiamo che la compagnia interessata batte bandiera irlandese (1) , e che il dirottamento, o meglio sarebbe dire lo scramble, è avvenuto sul territorio della Bielorussia.
Cosa esattamente si intende per il territorio dello Stato?

 

Interpellando gli esperti sull’argomento, questa la risposta (2)

 

1) la TERRAFERMA;
2) le ACQUE TERRITORIALI se si tratta di uno Stato COSTIERO;
3) lo SPAZIO AEREO sovrastante la terraferma e le acque territoriali;
4) il SOTTOSUOLO, sia terrestre che marino
5) le NAVI e gli AEREI
6) il TERRITORIO DIPLOMATICO.

Quindi aeromobili e navi rientrano sotto il concetto di territorio dello Stato.
Ciò significa che la libertà di navigazione marittima e aerea appartiene allo Stato sotto la cui bandiera e la cui
responsabilità i mezzi di navigazione si muovono e non all’individuo.
In pratica attraverso l’iscrizione nei registri dello Stato le navi e gli aeromobili ottengono la concessione della
nazionalità dello Stato. (3)
Ma sarebbe del tutto errato fermarsi a questa prima suddivisione.
Le navi e gli aeromobili costituiscono il così detto “territorio flottante dello Stato”, quindi in base al principio di
territorialità a bordo trovano applicazione le leggi dello Stato di cui il velivolo batte bandiera.
Tuttavia, se ci addentriamo nel campo dell’applicazione della legge penale va fatta una ulteriore distinzione tra navi e aerei militari o commerciali.

 

A) Sulle navi e aerei militari si applica sempre la legge dello Stato di cui battono bandiera anche se si trovano nel mare territoriale o nello spazio aereo di un altro Stato.
B) Sulle navi e aerei civili si applica la legge dello Stato di cui battono bandiera se si trovano nelle acque o nello spazio aereo territoriale oppoure libero; non si applica invece la legge dello Stato di cui battono bandiera se si trovano nelle acque o nello spazio aereo di un altro Stato.
Tutto sembrerebbere convergere verso il riconoscimento della bandiera dell’operatore quale elemento atto a determinare la legislazione da applicare per quanto avviene a bordo di un velivolo commerciale.
Ma in campo giuridico come si sa bisogna procedere con estrema prudenza nelle conclusioni (il grassetto è nostro):
“La nazionalità della nave, come quella dell’aeromobile designa un criterio di collegamento di tali beni con l’ordinamento giuridico di un determinato Stato con il conseguente loro assoggettamento alla sovranità di quello Stato.
Non sembra più attuale la tesi tradizionale che vedeva nella nave e nell’aeromobile un’estensione territoriale mobile dello Stato di bandiera, sebbene sia evocata nel codice della navigazione all’art. 4” (4) 

 

Quindi tirando le somme, a nostro parere sarà ben difficile trovare responsabilità del vettore aereo rispetto a quanto avvenuto il 23 maggio scorso.
Dell’eccezionalità dell’evento e delle circostanze drammatiche cui è stato oggetto l’equipaggio il Ceo di Ryanair Michael O’Leary ha avuto modo di riferire la scorsa settimana al comitato dei trasporti parlamentari (“Commons
Transport Select Committee”).
“All'atterraggio a Minsk, persone non identificate salirono a bordo dell'aereo con delle videocamere, ha detto O'Leary, per "tentare ripetutamente di far confermare all'equipaggio in video che avevano deviato volontariamente. L'equipaggio è stato messo sotto pressione, preso sotto sorveglianza armata e trattenuto per un certo numero di ore.
Il capitano era accompagnato da una guardia armata ... Era un ambiente molto ostile e minaccioso".
O'Leary ha precisato che l'equipaggio era addestrato a valutare "le minacce di bombe che sono purtroppo relativamente di routine", ma non avevano di certo modo di pianificare una situazione come quella verificatsi il 23 maggio.
"È senza precedenti, dalla convenzione di Chicago del 1945, che un sistema di controllo del traffico aereo o un'agenzia statale metta su un caso come questo, come compagnia aerea che deve innanzitutto assicurare la sicurezza dei nostri passeggeri, dobbiamo accettare ciò che un ATC ci sta dicendo e credere che sia vero".
Rivolto ai parlamentari ha anche aggiunto : "Nemmeno gli stati canaglia si sono impegnati in questo tipo di comportamento prima.
È un avvenimento inedito che deve essere preso con la massima serietà ai più alti canali diplomatici e politici". (5)

 

Antonio Bordoni

 

(1) In realtà nel caso specifico la situazione circa la bandiera dell’operatore sarebbe più complessa da
determinare dal momento che il volo in questione veniva operato dalla compagnia polacca Buzz la quale a sua volta è controllata da Ryanair. Anche l’immatricolazione del velivo è polacca: SP-RSM
(2) Abbiamo consultato: https://www.marconiprato.edu.it/wp-content/uploads/2020/03/4-il-territorio.pdf
(3) Come ribadito nella Convenzione UNCLOS (art. 91) e nella Convenzione di Chicago del 1944 (art. 17).
Parimenti, nel diritto interno il codice della navigazione, con gli artt. 145 per le navi e 751 per gli aeromobili, sancisce il divieto di iscrizione nei registri italiani per quei veicoli che sono già in possesso della nazionalità di altri Stati perché già iscritti.
(4) Così nel “Manuale di diritto della navigazione e dei trasporti” di Stefano Zunarelli e Michele M. Comenale
Pinto. Wolters Kluver, 2020. Pag. 139
(5) The Guardian 15 giugno 2021 Ryanair boss: airlines must fly over rogue states despite Belarus ‘hijacking’

 

Fonte: NL 40/2021 ; 21 giugno 2021
www.air-accidents.com


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