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L'Istituto Serafico è stato accolto da Papa Francesco in Udienza Privata.

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Quanto vale un essere umano? L'Istituto Serafico di Assisi lo ha sempre avuto ben chiaro, sin dall'inizio del suo lungo percorso al fianco della vita più fragile e indifesa.


Ogni Persona è preziosa ma le Istituzioni devono fare la loro parte per non lasciare sole le famiglie.

 

 

Si è svolta ieri, presso l'Aula Paolo VI in Vaticano, l'Udienza privata durante la quale Papa Francesco ha ricevuto l'Istituto Serafico di Assisi in occasione del 150° anniversario dalla sua fondazione, ribadendo l'importanza di ogni vita umana e in particolare quella delle persone con disabilità.

 

Che tutti, compresa la politica, se ne prendano cura.
La Presidente Francesca Di Maolo: "È in atto una pericolosa deriva culturale secondo cui l'inguaribile è incurabile, ma al Serafico crediamo che dell'inguaribile ci si possa sempre prendere cura per guardare alla vita in tutta la sua pienezza e ci battiamo ogni giorno per dare voce alle persone più fragili e alle loro famiglie”.

Ogni persona, in qualsiasi circostanza e nonostante il limite e la malattia, possiede una dignità piena, inalienabile e non graduabile.
Il valore che ogni uomo detiene, per il semplice fatto di esistere, e che lo qualifica come individuo unico e irripetibile, non può prescindere dalla relazione con l'altro e con il mondo che lo circonda.

 

È da questo presupposto che nasce l'impegno del Serafico, fondato il 17 settembre 1781 da San Ludovico da Casoria, che decise di istituire ad Assisi un'Opera dedicata a San Francesco che si prendesse cura di bambini e ragazzi ciechi e sordi, offrendo loro un'istruzione alla quale all'epoca non avevano accesso.
L'Opera prosegue ancora oggi a rispondere ai bisogni di salute delle persone con grave disabilità, persone che troppo spesso rischiano di finire dimenticate.

 

"Ricordo bene l'ora che trascorsi con voi ad Assisi.
Ero venuto a mettermi sulle orme del Santo di cui ho preso il nome.
L'incontro con i vostri ragazzi, che salutai uno per uno, mi fece rivivere, in qualche modo, quell'abbraccio agli ultimi che caratterizzò la vita di San Francesco”, con queste parole il Santo Padre ha dato il benvenuto alla grande famiglia del Serafico.

 

Ad aprire l'Udienza è stato il discorso di Francesca Di Maolo, Presidente dell'Istituto Serafico di Assisi che, con grande commozione, ha dichiarato: "Questi 150 anni di vita sono stati un viaggio in mare aperto, spinti dall'amore sulla via della fraternità. In questi anni persone straordinarie che hanno scelto di lavorare al Serafico sono state le ali di tanti ragazzi. Sono silenziosi custodi della vita e inconsapevoli costruttori di giustizia e di democrazia. Prendersi cura delle persone più fragili, non è mera assistenza, non è solo un atto di carità, ma è prima di tutto una risposta di giustizia". 

 

"La cosa più importante è lo spirito con cui tutti voi vi dedicate a questa missione.
Per voi è chiaro, come dovrebbe esserlo per tutti, che ogni persona umana è preziosa, ha un valore che non dipende da quello che ha o dalle sue abilità, ma dal semplice fatto che è persona, immagine di Dio – ha sottolineato Papa Francesco - Se la disabilità o la malattia rendono la vita più difficile, questa non è meno degna di essere vissuta, e vissuta fino in fondo. Del resto, chi di noi non ha dei limiti, e non va incontro, prima o poi, a delle limitazioni anche gravi?
È importante guardare al disabile come a uno di noi, che deve stare al centro della nostra cura e della nostra premura, e anche al centro dell'attenzione di tutti e della politica.
È un obiettivo di civiltà. Adottando questo principio, ci si accorge che la persona con disabilità non solo riceve, ma dà.
Prendersene cura non è un gesto a senso unico, ma uno scambio di doni”.
Forte il richiamo del Papa: "lo Stato e la pubblica amministrazione devono fare la loro parte. Non si possono lasciare sole tante famiglie costrette a lottare per sostenere dei ragazzi in difficoltà, con la grande preoccupazione del futuro che li attende quando non potranno più seguirli. Tanti genitori trovano nella vostra struttura una nuova famiglia per i loro figli. Questo è bello!”


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