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Lavoro, salario minimo garantito e ... posti vacanti nelle strutture turistiche ricettive e ristoranti.

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Quello che sta accadendo, a meno di voler essere superficiali, non è di facile comprensione; probabilmente siamo in presenza di un cambiamento epocale relativo all'equilibrio che le persone-soprattutto giovani-stanno cercando di coniugare tra lavoro e qualità della vita.


Giorni di ordinaria follia.

Dopo due anni di restrizioni dovute alla pandemia, con una guerra in corso non troppo lontana da qualsiasi Paese Europeo, nella gente è scattata una voglia incontenibile di vacanza, divertimento, scoperta.
L'Italia e gli italiani non fanno eccezione, le maggiori destinazioni turistiche in questi giorni sono prese d'assalto, senza eccezioni: mare, montagna, laghi, terme, SPA, città d'arte e piccoli borghi.

 

Mancano però centinaia di migliaia di addetti, come mai?
Forse gli imprenditori non si aspettavano una ripresa così repentina?
O forse una parte di albergatori e ristoratori ha creduto di poter continuare ad offrire condizioni svantaggiose ai lavoratori contando sul fatto che gli stessi le avrebbero comunque accettate, come accadeva nel periodo pre-covid?
E non credano gli imprenditori di cui sopra di poter usare, come foglia di fico, l'alibi del "reddito di cittadinanza"; dev'essere la loro mentalità a cambiare, riconsiderando il valore aggiunto che rappresenta la forza lavoro in qualsiasi azienda.

 

Non si può sostituire un buon pizzaiolo con le pizze precotte sugelate, spacciandole magari come prodotto artigianale a lenta lievitazione.
Non si può sostituire un buon gelatiere con i preparati in bidoncini dei singoli gusti ai quali aggiungere solo acqua o latte, spacciandoli magari come prodotti artigianali realizzati con materie prime fresche.
Non si può sostituire un maitre d'hotel o uno chef de rang, la cui formazione richiede anni di esperienza o di scuola alberghiera, con persone gettate nella mischia dopo pochi giorni di affiancamento.

 

A seguire riportiamo il contenuto di un Post scritto dal nostro direttore e pubblicato su Linkedin nei giorni scorsi:

 

Si dice che a Roma ma anche in tutte le altre città d'arte e in tutti i luoghi italiani di villeggiatura: mare, montagna, laghi, terme; manchino cuochi, camerieri, pasticcieri, gelatai, receptionist.
Sabato scorso ho voluto condurre una microscopica indagine nei dintorni di Fontana di Trevi, a Roma, dove conosco tanti esercenti: bar, ristoranti, gelaterie, hotel e B&B, venditori di souvenir.

 

Un bravo barista, circa 10 mesi fa, alla ripresa del lavoro grazie al graduale ritorno dei turisti, si è sentito proporre dal suo datore di lavoro (dopo un periodo di cassa integrazione) di lavorare per qualche mese al 50% dello stipendio, cioè circa 700 euro/mese, 9 ore giornaliere per 6 giorni a settimana.
Ovviamente Claudio (nome di fantasia) a 55 anni e una famiglia da portare avanti, non ha accettato; ha contattato un'importante società di catering che lo ha accolto immediatamente (anche questo settore è in forte ripresa) oggi lavora una media di 20 giorni/mese, viene pagato circa 160 euro ad evento, tutto in regola, netti fanno circa 120 euro al giorno per un impegno variabile dalle 7 alle 10 ore.
Oggi quindi Claudio guadagna circa 2400 euro/mese netti ed è anche libero di accettare o meno le singole chiamate.

 

Con Claudio siamo amici da anni, ci siamo visti per un caffè e, nel mentre eravamo in zona, nell'arco di mezzora, tre ristoratori (che già lo conoscevano) si sono offerti di assumerlo immediatamente.
Un altro conoscente che gestisce un negozio di pelletteria italiana, si è trovato da un giorno all'altro senza la sua commessa la quale lo ha lasciato per andare a lavorare nel negozio di un concorrente, a pochi metri dal suo, allettata da 300 euro/mese in più, passando da 1500 a 1800 euro/mese.

In una famosa isola del mar Tirreno, si cercano spasmodicamente camerieri, pasticcieri e gelatai, la paga offerta è di 2000 euro/mese più vitto e alloggio … nessuno si fa avanti.
In Sardegna 4 Strutture di mia conoscenza non riusciranno ad aprire prima del 20 giugno per carenze di personale stagionale.

 

Ci sono aziende importanti che, per convenzione, si sono impegnate ad assumere tutti i diplomati di una o più scuole alberghiere.
Tornando all'importante società di catering di cui sopra, recentemente ha avuto grosse difficoltà a gestire un evento internazionale di due settimane perchè non è riuscita a completare l'organico dei camerieri.
Mi fermo qui, anche se potrei continuare con tanti altri aneddoti ed esempi.
Che sta succedendo al nostro petrolio, il turismo?
Forse in una piccola misura potrà anche incidere il reddito di cittadinanza; forse qualcuno durante il lockdown ha riflettuto sulla qualità della vita e forse qualcun altro non trova la doverosa dignità che dovrebbe fornire il lavoro ... in relazione a quest'ultimo caso qualche domanda dovrebbero farsela anche gli imprenditori, a cominciare dal primo citato in alto.

 

Link al Post originale 

 


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