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La Via Selvatica

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Progetto curato da Matteo Caccia e organizzato dalla Famiglia Ceretto.


Paolo Pejrone, l'architetto e paesaggista torinese che ha progettato alcuni dei giardini più belli del mondo, è il protagonista del secondo dialogo de “La via selvatica”, disponibile dal 12 ottobre sul sito www.ceretto.com.

 

 

Il progetto si compone di 12 dialoghi che fanno emergere le esperienze profonde dei protagonisti.
Ci si interroga sulla natura selvatica e autentica e le sue regole immutabili.
Luogo d’elezione di questo secondo dialogo l’orto del ristorante Piazza Duomo, che esprime la passione per il mondo vegetale dello chef a tre stelle Enrico Crippa, che nella Tenuta Monsordo Bernardina coltiva e attinge materia prima per i suoi piatti. 

 

"La natura addomesticata dalle mani sapienti di Paolo Peirone diventa un'opera d'arte. L'insegnamento di Pejrone, il giardiniere gentile, è quello di rispettare piante e fiori come fossero i nostri avi, mettendo la nostra intelligenza al servizio di quella della natura e viceversa.” Introduce così Matteo Caccia il protagonista della seconda conversazione, che si intitola “La natura si riprende gli spazi”, trasmessa il 12 ottobre sul sito www.ceretto.com

 

 

“L’orto è un grandissimo gesto di civiltà e cultura.” Afferma Paolo Pejrone “Coltivare orti, curare giardini è un gesto necessario perchè ci rende più liberi. Proporre la crescita è un atto di non sudditanza. Storicamente le popolazioni che hanno scelto di avere di più dalla natura a beneficio dell’uomo, in un rapporto di reciprocità, sono popoli pacifici. L’orto è infatti un territorio di pace e non di guerra.”

 

Con “La via selvatica” un funambolo, un paesaggista, una lupologa, un allenatore sportivo, un musicista, ma anche una chef, un meteorologo, una scrittrice, uno storico, un navigatore, un semiologo e un esploratore, in un percorso lungo un anno, riveleranno l’essenza più autentica dell’uomo, necessaria per essere nuovamente capaci di ascoltare la natura e vivere in equilibrio con essa.

 

I

 

Calendario degli appuntamenti:

 

12 novembre: Mauro Berruto, Allenatore sportivo

Allenare la mente

Se è vero che usiamo solo una piccola parte del potenziale della nostra mente è vero anche che il

segreto è imparare a metterla al nostro servizio e non disperdere quelle energie che il nostro corpo

potrebbe sfruttare.

 

 

12 dicembre: Ana Roš, Chef

Prime materie prime

La coltivazione, la raccolta, l’allevamento e la trasformazione. Come la maestria di una grande chef addomestica le materie prime sulla tavola.

 

 

12 gennaio: Emilio Previtali, Esploratore

Il lato nascosto e selvaggio di ognuno

Dal Nanga Parbat alle colline dietro casa. Esplorare ha a che fare con il liberare l’istinto della scoperta.

 

 

12 febbraio: Ambrogio Beccaria, Navigatore

Burrasche e calme

In mezzo all’acqua e al vento. Navigare i mari del mondo rimanendo vicini alla parte più selvaggia di sé.

 

 

12 marzo: Luca Mercalli, Meteorologo

La furia e la dolcezza del clima

Siamo abituati a vivere in un unico costante microclima: riscaldato in inverno. Rinfrescato in estate.

Ma il clima sta cambiando e ci obbligherà ad essere più onesti con noi e con lui.

 

 

12 aprile: Mia Canestrini, Lupologa

Il ritorno dei lupi

I lupi sono tornati, o forse non se ne sono mai andati. Ce ne siamo accorti quando noi uomini ab-

biamo iniziato a disinteressarcene lasciando liberi e intatti gli spazi che i lupi si sono ripresi.

 

 

12 maggio: Nadia Terranova, Scrittrice

La scrittura selvaggia, da Pavese a…

Scrivere è un gesto solitario e selvaggio che deve infrangere le regole del civico pudore per liberare la sua energia. Scrivere è non essere domestici.

 

 

12 giugno: Franco Cardini, Storico

Il territorio e la sua storia

La storia ci insegna qualcosa? La storia delle religioni ci racconta chi siamo? Addomesticare il pas-

sato per comprendere un presente che spesso ci sfugge.

 

 

12 luglio: Tommy Kuti, Musicista

La musica non addomesticata

Il Rap, la musica delle periferie, la voce di chi non aveva voce. Come le parole cesellate e incastonate in rime e versi liberano forze nuove in chi le ascolta.

 

 

12 settembre: Stefano Bartezzaghi, Semiologo

"Salvatico è chi si salva" (Leonardo da Vinci).

La lingua cresce in noi spontanea, coi suoi frutti, i fiori, i rovi, i veleni. Cultura, o coltura, è provarsi a ordinare la selva senza sradicarla e senza rinunciare all'energia che la origina.

 

 

 

Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultare il sito www.ceretto.com

 


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